di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
C’è un “muro” che ogni politico del mondo ha il compito di non abbattere, ed è quello del debito pubblico, inteso come un debito reale che grava su di noi cittadini. Ovvero, più che un muro, va definito come una credenza di natura dogmatica che non deve assolutamente abbandonare il pensiero della gente, altrimenti si mettono a rischio i piani del “Potere” volti da sempre all’accumulo personale di ricchezza e ad un controllo delle masse con livelli di schiavitù più o meno umani a seconda delle stagioni.
Anche il neo-eletto presidente americano Donald Trump, fin dai suoi primi propositi, pare proprio non avere la minima intenzione di abbattere questo muro che ormai resiste dalla notte dei tempi.
E’ notizia di questi giorni che il nuovo inquilino della Casa Bianca, ha firmato un ordine esecutivo [1] che delinea i piani per un fondo sovrano gestito dal governo che fungerà da strumento di sviluppo economico. Tale iniziativa, che in base alle promesse elettorali di Trump andrebbe a sostenere “grandi sforzi nazionali”, ha come primo attore il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent, che durante un colloquio con i media ha dettato persino tempistiche di realizzo ben precise: “Faremo partire questa cosa entro i prossimi 12 mesi”. Aggiungendo senza però far capire granché: “Monetizzeremo il lato attivo del bilancio degli Stati Uniti per il popolo americano”, “Ci sarà una combinazione di attività liquide, attività che abbiamo in questo paese mentre lavoriamo per farle uscire per il popolo americano”. [2]
Tra gli obiettivi del fondo ci sarebbe lo sviluppo di infrastrutture come aeroporti e autostrade e la sua nascita potrebbe aiutare gli Stati Uniti ad estendere la propria influenza in aree come Panama e la Groenlandia. Persino un accordo discusso in cui gli Stati Uniti diventerebbero partner della piattaforma di social media TikTok sarebbe un potenziale utilizzo, ha detto Trump.
Basta leggere alcuni passaggi dell’ordine esecutivo per capire come le reali finalità a cui si ispira tale progetto, non si discostano dalla medesima narrativa neoliberista, che impone ai governi limiti alla spesa e vincoli volti alla sostenibilità del debito pubblico.
“GARANTIRE LA COMPETITIVITÀ ECONOMICA A LUNGO TERMINE E LA SOSTENIBILITÀ FISCALE”, è scritto chiaro e in lettere maiuscole nella stesura dell’ordine firmato da Trump. Insomma, la solita “novella” dello stato che deve agire come un buon padre di famiglia e non spendere più di quello che incassa.
Per questo, costretti a non aumentare il debito pubblico (che però, di fatto aumenta ininterrottamente dal oltre duecento anni in tutti i paesi del mondo senza nessuna conseguenza, ndr), anche negli Stati Uniti per spendere si cercano “artefici” contabili, del tutto non necessari, per continuare a far credere alla gente che uno Stato sovrano debba agire come un qualsiasi soggetto economico appartenente al settore privato utilizzatore della moneta.
Per capire cosa Bessent voglia intendere quando fa riferimento alla monetizzazione dell’attivo presente nel bilancio degli Stati Uniti, basta leggere questo passaggio contenuto nell’ordine esecutivo: “Gli Stati Uniti detengono già una vasta somma di attività di grande valore che possono essere investite tramite un fondo sovrano per una maggiore generazione di ricchezza a lungo termine.
Il governo federale detiene direttamente 5,7 trilioni di dollari in attività. Indirettamente, anche tramite riserve di risorse naturali, il governo federale detiene una somma di valore delle attività molto più grande”.
Basta collegare quanto sopra alle raccomandazioni incluse nel piano e fornite al Segretario – riguardo all’inserimento di meccanismi di finanziamento, strategie di investimento, struttura del fondo e un modello di governance – per aver chiaro che, attraverso il fondo, si mira ad ottenere denaro, presumibilmente dai marcati o da istituti finanziari, con a garanzia gli asset dello Stato. Tutto questo con uno strumento, rappresentato appunto dal fondo sovrano in costruzione, la cui attività agirebbe al di fuori dei conti che compongono il bilancio dello Stato.
La cosa, per chi ha ben compreso che la moneta e quindi il “denaro” rappresentano un monopolio pubblico, è totalmente priva di qualsiasi senso. Uno Stato sovrano, produttore della sua valuta in regime di monopolio non ha assolutamente la minima necessità di costruire questo complesso meccanismo per reperire il denaro utile allo sviluppo economico del paese o per costruire strade, ponti, aeroporti, ospedali e piattaforme social. Lo può fare semplicemente spendendo in deficit con la propria valuta.
I fondi sovrani, si legge nell’ordine firmato da Trump, esistono in tutto il mondo come meccanismi per amplificare il rendimento finanziario delle attività di una nazione e si può sfruttare tali rendimenti anche per ridurre il peso delle tasse sulle famiglie americane e sulle piccole imprese. Ma un governo che può benissimo ridurre la pressione fiscale con una semplice decisione che si configura in un decreto, non ha certo bisogno di ottenere denaro attraverso un fondo sovrano per farlo.
Allora perché lo fa?
Primo, perché in questo modo continua a fornire un reddito da interessi a chi ha risparmio contribuendo ad allargare sempre più la scala sociale. Secondo, con una gestione del fondo fuori dai conti pubblici, è molto più facile servire gli interessi privati che gravitano intorno agli asset pubblici spesso caratterizzati da ambiti monopoli. Ed infine, come già anticipato all’inizio, tale azione politica è utile a mantenere in vita nella mente dei cittadini la “novella” di un Stato con un debito pubblico da ripagare.
Questo perché se la gente capisse come si crea la moneta e chi la crea realmente, il giorno successivo farebbero saltare ogni politico giù dalla propria poltrona!
di Megas Alexandros
[2] Trump signs order to create sovereign wealth fund he says could buy TikTok
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