Il riarmo della Ue: anche Giuseppe Conte e il M5S sono per l’esercito comune europeo

Via libera dell'Eurocamera al riarmo della Ue. Tutti i partiti italiani d'accordo su esercito e debito comune. La nuova emergenza per arrivare agli Stati Uniti d'Europa è già partita.

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

L’Europa di Mario Draghi e Ursula von der Leyen vuole con forza il riarmo, e subito nel nostro paese, parte la propaganda dei partiti per provare a tenere pulita la faccia davanti ai loro elettori, di fronte all’evidente rinverdimento dello spirito guerrafondaio che sta salendo sempre più dentro le menti delle élite italiane e europee.

Tra chi fa finta di essere contro al riarmo e chi invece lo vorrebbe a livello nazionale, sappiamo bene che alla fine la logica trasversale nella quale agisce da decenni la politica nel nostro paese nell’interesse del “sistema” prevarrà, e tutti i partiti si allineeranno a quella che è l’idea di un esercito comune europeo, gradita a Bruxelles.

Dopo la moneta unica e il debito comune, l’esercito comune è l’ulteriore passo, forse definitivo, per arrivare agli Stati Uniti d’Europa. E’ chiaro, quando paesi che usano la stessa moneta e ogni occasione è buona per mettere la cassa in comune, se arrivano anche a difendersi con un esercito comandato dallo stesso comandate, la sovranità popolare elemento indispensabile per renderli uniti in modo democratico, diventa una formalità non indispensabile.

Dicevamo che nel nostro paese, al di là delle varie sfumature oggetto della propaganda, sia i partiti di governo che quelli d’opposizione sono tutti allineati all’ennesima idea che porta verso la definitiva integrazione europea. Per essere onesti, l’unico partito che ancora tiene una posizione ambigua in quello che è un precario equilibrio tra il sovranismo e la pace, è la Lega di Salvini. Al suo interno permangono ancora posizioni di facciata contrarie ad un esercito comune ma per niente disposti a far rinunciare alle lobbie delle armi, i profitti colossali in arrivo da una spesa pubblica che per loro dovrebbe essere soltanto nazionale.

Vedrete che nel giro di poche settimane anche loro si accoderanno al carro. Del resto l’esperienza di governo attuale, ci mostra come Salvini e il ministro Giorgetti hanno approvato in pieno la posizione guerrafondaia tenuta dall’esecutivo in questi anni nel conflitto tra Russia e Ucraina. Come non vi sono dubbi sulla permanente e convinta azione di governo, del quale ricordo la Lega, con un suo esponente (Giorgetti, ndr) detiene il ministero più importante (il Mef, ndr), volta senza indugi verso il completamento dell’Unione europea, con l’unione fiscale e bancaria.

E’ chiaro quindi che la parola “dissenso” in tema di riarmo e difesa comune, non assume nessun significato concreto in quella che è l’azione politica italiana. Dal Partito democratico tutto, che per dare un sostegno alla loro propaganda, ha addirittura riesumato la mummia di Romano Prodi, fino a Italia Viva di Renzi, passando per Calenda, tutti sono allineati ai voleri di Mario Draghi e le famiglie potenti italiane dalle quali ha ricevuto un chiaro mandato per arrivare al più presto agli Stati Uniti d’Europa, anche solo con chi ci sta. Perdere l’euro e le sue regole vorrebbe dire mettere fortemente a rischio il saccheggio ormai in atto da decenni del paese e far rialzare la testa gli italiani.

Anche il Movimento cinquestelle con il suo leader in testa Giuseppe Conte, nonostante che si mostri apparentemente contrario all’ormai consolidato spirito guerrafondaio che si è impossessato delle nostre istituzioni, appoggia in modo pieno la strada che porta ad una difesa comune a livello europeo.

Non dobbiamo farci ingannare dall’azione che Conte sta mettendo in atto in questi giorni, con manifestazioni di piazza e inaspettata presenza a Bruxelles durante la votazione per il riarmo, con la quale propaganda la sua ferma contrarietà al riarmo europeo. La sua posizione in favore di una spesa pubblica volta alla creazione di un “esercito integrato”, non è in dubbio.

Dare l’impulso a un “serio progetto di difesa comune”, che ad avviso di Conte dovrebbe raggiungere un’autonomia strategica con “un passo importante” nell’integrazione politica dell’Ue, sono le parole usate dal leader del M5S, in una intervista rilasciata ad Euronews. [1]

La posizione politica dell’ex premier contro il ReArm EU è del tutto subdola. Infatti, la sua contrarietà allo spreco di 800 miliardi di soldi pubblici da utilizzare per il riarmo si ferma al loro utilizzo a livello dei governi nazionali, mentre apre decisamente  le porte ad una spesa per il riarmo, effettuata con debito a livello comunitario. Il piano appena presentato dalla Commissione volto a sbloccare 800 miliardi per Conte significa: “buttare via soldi per permettere a tutti gli Stati membri di continuare ad aumentare le spese militari in modo scoordinato e disordinato.

E’ chiaro dove sta mirando “Giuseppi”! allo stesso bersaglio che ha puntato quando è stato gestore del periodo pandemico e post, ovvero a sdoganare in Europa quel “debito comune”, oggetto da sempre del rifiutato dai paesi frugali, che, durante il suo governo, ha dato vita all’inganno del PNRR.

Il Movimento Cinque Stelle di Conte, per confondere ancor di più le idee agli ultimi “credenti” rimasti a votare il suo partito, ha persino organizzato, martedì scorso, una protesta fuori e dentro il Parlamento europeo a Strasburgo, esponendo bandiere della pace e chiedendo che i fondi previsti per le spese militari siano destinati alla sanità pubblica e ad altre priorità. Una sceneggiata dalla tipica drammaticità “napoletana”, per commuovere gli ultimi “fedeli”, facendo credere loro che Conte e il M5S sono per la pace. Mentre sanno perfettamente che il progetto di unire sempre più la Ue sta andando avanti indisturbato, sostenuto dall’intera classe politica italiana, come da desiderio del nostro deep state, al quale lo stesso Conte, anche da Presidente del Consiglio, non ha mai tradito la propria fedeltà.

La “sceneggiata” non si ferma alla pace ma si concentra anche sull’economia del paese, e tutti gli aspetti negativi che la spesa per il riarmo avrà su imprese e lavoratori italiani. Il tema è affrontato insieme al gruppo della Sinistra al Parlamento europeo, a cui appartiene il Movimento Cinque Stelle, entrambi convergono sul fatto che il piano favorirà solo i produttori di armi e i commercianti di armi.

Ma secondo voi, nel caso che gli stessi 800 miliardi fossero spesi a livello di debito comunitario anziché dai singoli governi nazionali, cambierebbe l’impatto della spesa sulle nostre economie?!

Certo che NO!

Premesso che, se vogliamo veramente la pace, spendere per armarsi è sempre una scelta sbagliata; ciò che decide se le nostre vite cambieranno o meno in conseguenza di questa spesa, è il modo in cui questi soldi verranno spesi e non chi li spende. Se ad esempio questi 800 miliardi fossero usati totalmente per acquistare armi da altri paese per poi scaricarle sull’Ucraina e la Russia, che le acquisti Bruxelles per tutti, o Roma e Berlino singolarmente, l’impatto sull’occupazione e i consumi interni in Europa, sarà ugualmente zero.

Intanto mentre sto scrivendo, nonostante le “sceneggiate” di Giuseppe Conte, arriva il via libera dall’Eurocamera con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti al testo su Libro Bianco sul futuro della difesa europea che invita l’Ue ad agire con urgenza per garantire la propria sicurezza, chiede che le risposte ai rischi esterni siano “simili a quelle in tempo di guerra” e “accoglie con favore il piano ReArm Europe, proposto il 4 marzo 2025 dalla presidente della Commissione” Ursula von der Leyen. [2]

L’Europa quindi, dopo 80 anni dalla fine dell’ultima guerra mondiale, con questa decisione torna a mostrarsi “fascista” in quella che è la sua voglia sempre più sfrenata di guerra e il totale disprezzo della volontà dei popoli sovrani, fortemente contrari ad armarsi e vivere come se da domani fossimo già in guerra.

Di fronte a un Donald Trump presidente degli Stati Uniti che sta per concludere un accordo con Putin per porre fine al conflitto in Ucraina, viene logico chiedersi e preoccuparsi: ma con chi pensano di entrare in guerra a Bruxelles?

Sostenere fino alla morte l’Ucraina per farle recuperare tutti i territori conquistati dai russi, significa fare guerra alla Russia e sconfiggerla. E questo, come ha fatto capire Trump a Zelensky dentro lo Studio Ovale, vuol dire giocare con il rischio della Terza Guerra Mondiale.

Non credo che la follia fascista delle famiglie potenti italiane e europee arrivi fino a questo punto. Piuttosto, alimentare sui popoli europei l’immagine di un Putin che entra a cavallo a Lisbona, dopo aver conquistato l’intero continente europeo, fa parte della medesima narrativa, con le solite paure che Bruxelles infonde a noi comuni mortali, per arrivare a farci accettare i necessari passi avanti , di “montiana” memoria, che servono per completare il progetto di Unione Europea, tanto caro alle élite che ci comandano.

E l’esercito comune finanziato con debito comune, tanto caro anche a Giuseppe Conte, sono i passi avanti che ci stanno costringendo a fare ora!

di Megas Alexandros

Note:

[1] Difesa: L’ex premier italiano Giuseppe Conte contro il piano di riarmo dell’Ue | Euronews

[2] Via libera dall’Eurocamera al piano per il riarmo dell’Unione europea – Europarlamento – Ansa.it

 

 

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MEGA ALEXANDROS (ALIAS FABIO BONCIANI)

Economista
Modern Monetary Theory specialist
Author of ComeDonChishiotte