ReArm Europe: l’ultimo passo verso gli Stati Uniti d’Europa

15 Marzo 2025 | Attualità, Geopolitica, News | 0 commenti

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Mentre stampa e politica si affannano a farci credere che il massiccio riarmo europeo in corso, serva da deterrente ai progetti espansionistici di Vladimir Putin, chi ha seguito la storia dell’ultimo ventennio, sa benissimo che siamo di fronte all’ennesima paura prospettata per far compiere ai popoli europei un ulteriore passo avanti, forse quello decisivo, verso gli Stati Uniti d’Europa.

Del resto, che crisi sempre più gravi, vengano appositamente programmate da chi ci comanda, affinché i popoli europei accettino di compiere i “necessari passi avanti”, consistenti nelle cessioni di sovranità al governo di Bruxelles, ce lo confessò Mario Monti già nel Febbraio del 2011

“NON DOBBIAMO SORPRENDERCI CHE L’EUROPA ABBIA BISOGNO DI CRISI, DI GRAVI CRISI PER FARE PASSI AVANTI. I PASSI AVANTI DELL’EUROPA SONO PER DEFINIZIONE CESSIONI DI PARTI DELLE SOVRANITA’ NAZIONALI a un livello comunitario” 

(Mario Monti, 2011)

La crisi dei mutui subprime nata a Wall Street nel 2008, che colpì il sistema finanziario statunitense e in parte quello europeo, fu usata e trasformata dai tecnocrati di Bruxelles, nella ben nota crisi dei debiti pubblici di alcuni paesi europei. Un passo decisivo per imporre in modo definitivo ai governi nazionali il rispetto di quelle regole finalizzate alla follia del  pareggio di bilancio per i paesi considerati virtuosi e addirittura a costanti e violenti surplus per i così detti “porci” come l’Italia e la Grecia. Insomma, renderli fin da subito a tutti gli effetti, stati federali.

Da allora le devastanti misure di austerità sono diventate la normalità all’interno delle politiche economiche di ogni nostro esecutivo. Tagliando tutto quello che si poteva tagliare in termini di spesa pubblica e salari, la capacità di spesa di famiglie e imprese, è stata compressa fino a tal punto che il paese oggi, insieme forse alla Grecia, è quello più vicino al Terzo Mondo in termini di povertà e perdita di un benessere diffuso.

Togliere ai governi, uniche istituzioni preposte alla creazione di moneta netta dentro le nostre economie, la capacità di conseguire tutto il deficit necessario per mettere in atto quelle politiche anticicliche necessarie a stabilizzare i sistemi economici in crisi, è il primo passo per riconsegnare la sovranità monetaria al Signore. Identificato in questo caso nella Commissione europea e le élite che la guidano, in quanto la funzione di governo europeo esercitata, risulta chiaramente priva di mandato popolare.

Poi è arrivata la pandemia. Un virus, che partito dalla Cina, caso strano, arriva a compiere i suoi primi passi in Europa proprio in Italia. Tutti noi ricordiamo quella che oggi sappiamo essere stata la sceneggiata dei camion militari per le vie di Bergamo, con le bare dei morti per il COVID-19. I lockdown, la gente chiusa in casa, le mascherine, i tamponi e la produzione mondiale che di colpo si ferma per due anni, che hanno caratterizzato la “farsa” pandemica, anch’essi facevano parte del medesimo disegno. Far compiere all’Europa un ulteriore passo in avanti verso l’integrazione con l’accettazione di quel debito comune mai digerito dai paesi paesi del nord, con la Germania in testa.

Il debito comune insieme alla moneta comune ormai già assimilata da tempo, sono due elementi essenziali a rendere l’Europa Unita e Sovrana di fatto, anche senza la volontà dei suoi popoli.

E’ stato per l’esattezza all’alba della pandemia che la Ue ha fatto ingoiare ai tedeschi e al resto dei paesi “frugali” la prima massiccia dose di debito comune con l’emissione degli eurobond con i quali è stato finanziato il Recovery plan, che ha dato vita nel nostro paese all’inganno del PNRR.

Ad ogni crisi, necessaria per affinare il sistema di Potere, non sono mancate certo le opportunità per le classi elitarie di fare soldi, tanti soldi. Dalle speculazioni sui debiti pubblici di Grecia e Italia per mezzo di uno “spread” diabolicamente gestito dalla Bce, in favore dei “diavoli” della Grande Finanza, passando per i colossali profitti intascati dai “mostri” del settore farmaceutico con la vendita dei vaccini per il COVID, siamo arrivati alla pioggia torrenziale di denaro finito nei conti delle compagnie che operano nel settore dell’energia, ottenuti speculando sul prezzo di gas e petrolio dall’inizio del conflitto in Ucraina.

Ed è stata proprio la guerra fra Russia e Ucraina, l’ennesima occasione, colta al volo dalle élite europee e italiane, per creare nuove paure tra la gente, finalizzate a compiere ancora “passi avanti” verso la definitiva integrazione europea.

L’immagine di Putin che come Annibale, scavalca le Alpi con gli elefanti per conquistare Roma, ci viene venduta in questi giorni da tutta la nostra classe politica e dalla stampa di regime, come l’emergenza più impellente per correre a riarmarsi insieme all’Europa. La cifra di 800 miliardi di euro, già individuata con sospetta precisione da chi ci governa fuori dalle istituzioni, sono soldi già pronti per essere consegnati a chi produce armi. La crescita dei debiti pubblici che per decenni erano un problema insuperabile a livello nazionale – soldi che, secondo la “favola” avrebbero dovuto ripagare i nostri figli – improvvisamente non lo è più, se a crearli è il costituendo governo europeo. Sì, perché di questo stiamo parlando!

La decisione politica sul riarmo confezionata in questi giorni dalla Signora von der Leyen, è a tutti gli effetti una decisione che appartiene al potere esecutivo di uno Stato. Solo che la Ue non è uno Stato. Ma a Bruxelles, evidentemente si sentono già sicuri e potenti di agire come se gli Stati Uniti d’Europa, fossero già una realtà dotata di sovranità. Del resto chi può fermarli, dal momento che ogni governo nazionale, salvo sfumature, è totalmente allineato al progetto europeo da anni.

Certamente queste “sfumature” non compaiono nel nostro paese, dove governo e opposizione agiscono compatti nel perseguire gli interessi delle nostre élite, che sono quelli di consegnare al più presto sovranità e destino della gente ad un governo centrale europeo, dove i “Signori” italiani avranno quanto meno la garanzia di un posto d’onere se non addirittura il bastone di comando, visto quanto si sono spesi in passato e si stanno spendendo ancora adesso per Euro e Europa unita.

Che il riarmo europeo non è certo finalizzato a sconfiggere la Russia non ce lo dice solo la storia su cosa servono le crisi ideate da Bruxelles. Anche gli analisti ed i militari più esperti ci confermano che l’Europa, nonostante gli sforzi economici che si appresta a sostenere, sarebbe sempre perdente in un eventuale conflitto con la Russia.

E’ il professore associato di sociologia del terrorismo alla Luiss, Alessandro Orsini – un esperto della materia che dall’inizio del conflitto in Ucraina ha centrato quasi tutte le sue previsioni – a spiegarci, in una intervista rilasciata a Piazzapulita (La7), il perché l’Europa non potrebbe mai raggiungere l’obbiettivo che da Bruxelles ci dicono di perseguire con il riarmo:

“Una guerra con la Russia potrebbe essere soltanto una guerra di lungo periodo per esaurimento delle risorse, una guerra d’attrito come quella in Ucraina, perché la Ue non ha deterrenza nucleare nei confronti della Russia. Ma una guerra di lungo periodo richiederebbe tantissimo petrolio, tantissimo gas e altre risorse di cui l’Unione Europea è priva”.[1]

Quindi, direi che possiamo stare tranquilli, nessuno di noi andrà al fronte. Proprio perché al “fronte” ci siamo già da decenni solo che il nostro nemico non sono i russi, ma i nostri governanti che ci costringono ad una vita di sofferenza, debiti e precarietà in costante aumento e senza una fine.

di Megas Alexandros

Note:

[1] Riarmo europeo, Orsini a La7: “Ue è spacciata e politicamente fallita, senza deterrenza nucleare non potrà mai affrontare la Russia” – Il Fatto Quotidiano

 

 

 

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MEGA ALEXANDROS (ALIAS FABIO BONCIANI)

Economista
Modern Monetary Theory specialist
Author of ComeDonChishiotte