diMegas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
I popoli perennemente sottomessi dai “Poteri” elitari, vivono costantemente con la necessità di “innamorarsi” di chi fornisce loro l’imminente speranza sull’arrivo di eventi che renderanno le loro vite migliori.
Dal momento che l’informazione come il resto degli strumenti atti al controllo delle masse, sono in mano al “Potere”, spesso per non dire sempre, tale speranza svanisce di fronte alla falsità di certe prospettazioni.
Molti sono i costruttori di “false speranze” che operano nel mondo dell’informazione nazionale. Ma se ormai questo risulta chiaro ai più, quello che deve farci riflettere e preoccupare allo stesso tempo è che tali personaggi trovano sempre più spazio anche in quella che si autodefinisce informazione libera ed indipendente.
E’ il caso del giornalista brasiliano ed analista geopolitico – corrispondente per Asia Times e per The Real News – noto alle cronache con il nome di Pepe Escobar.
Negli ultimi tempi, al sol udire nell’aria il nome di Pepe Escobar, ho visto inginocchiarsi persino le menti che credevo più lucide. Una devota ed inspiegabile ammirazione per un giornalista che a mio modesto parere, leggendolo, ha sempre detto poco o niente rispetto al necessario.
Certamente, come chi vi scrive ha tutto il diritto di non essere attratto dal Dio Pepe, al contempo non ho nessun elemento comprovante, per giudicare le reali finalità del suo operare. Né da che parte stia realmente questo personaggio, che si presenta come Unto dal Signore in quanto a “primizia” delle sue fonti informative.
Detto ciò, al contrario, mi ritengo pienamente capace e competente in materia per evidenziare quanto il suo pensiero – sul tema “moneta unica dei BRICS” – sia totalmente allineato ai dogmi neoliberal di quel mondo globalista che tanto ci fa soffrire.
Sta diventando una consuetudine; da tempo ed a cadenza costante, Pepe Escobar ci fa dono di articoli nei quali ci preannuncia a breve l’arrivo di fantomatici accordi tra i paesi appartenenti ai BRICS per la nascita e l’utilizzo di una moneta comune. Un prospetto ben chiaro e definito tecnicamente dal giornalista che porterebbe le loro valute nazionali dentro quello che è un chiaro sistema di cambi fissi.
Tanto per definirlo in termini cinematografici, con le esatte parole del Presidente russo Vladimir Putin:
Un Euro 2, la vendetta!
Ora, se il “Pepe” internazionale si limitasse a riportare la notizia (peraltro, ad oggi, sempre smentita da Putin e da molti altri rappresentanti delle istituzioni dei paesi appartenenti), niente ci sarebbe da opporre alla fedele missione del buon giornalista volta a prevedere quanto potrebbe accadere.
Ma il giornalista brasiliano, mi duole dirlo, si spinge ben oltre!
Nei suoi articoli Escobar non fa mistero di essere un forte sostenitore della creazione di una moneta comune per unire questa parte di mondo. Addirittura, in totale allineamento con la narrativa mainstream, la presenta persino come manna dal cielo per i popoli eternamente oppressi da dollaro ed euro. Come se ad opprimere la gente fossero le valute e non le azioni delle persone che hanno il potere di farlo.
“La Bretton Woods dei BRICS avrà luogo a Kazan?”
E’ con questa domanda che Pepe Escobar pochi giorni fa lancia al mondo le sue riflessioni – condivise con l’Agenzia di stampa governativa russa Sputnik – sulle prospettive del sistema finanziario dei BRICS. [1]
Una domanda che però da diverso tempo non vede arrivare, da parte dei governi, la risposta che Escobar desidera fortemente per dare consistenza alle sue divine anticipazioni.
Ma Pepe non si arrende e pochi giorni fa – come ha già fatto nel maggio scorso [2] – si spinge persino a dare una forma ben precisa a quella che, secondo le sue fonti, sarà a breve la struttura del sistema monetario che catapulterà direttamente nel dramma dei cambi fissi, i paesi in area-BRICS.
L’analista ha evidenziato diversi progetti infrastrutturali chiave, tra cui:
- The Unit (un progetto privato);
- The BRICS Bridge (una piattaforma per pagamenti e regolamenti multilaterali in valute digitali BRICS);
- The BRICS Pay (un sistema di pagamento basato su blockchain che aggira completamente il dollaro statunitense) e l’agenzia di rating BRICS;
- The BRICS rating agency;
Al netto del fatto che Escobar non fa menzione (per incompetenza o altro, non è dato sapere, ndr) sull’importate differenza che passa tra una valuta ed un sistema di pagamento, la situazione pare per lui abbastanza chiara, per affrontare correttamente la questione dei pagamenti transfrontalieri.
Il meccanismo migliore – aggiunge Escobar, che tra le sue fonti annovera anche i suggerimenti del prof. Michael Hudson – dovrebbe essere basato sulla New Development Bank (NDB).
“Un sistema di pagamento centralizzato dei BRICS richiederebbe una nuova istituzione, una banca centrale, autorizzata a emettere credito per finanziare i deficit commerciali e dei pagamenti di alcuni paesi, con un DSP artificiale di tipo bancor [Diritti speciali di prelievo],”
Eccoci arrivati: bancor, Diritti speciali di prelievo come quelli emessi dal Fondo monetario Internazionale (FMI), credito per finanziare i deficit commerciali – sono tutti elementi che fanno parte della stessa narrativa di una moneta legata all’oro, di cui fu prigioniero anche JM Keynes nel confezionare la proposta che presentò a Bretton Woods.
Una proposta, quella dell’economista britannico, totalmente in linea per quanto concerne la necessità di un cambio fisso tra le rispettive valute, con quella del suo antagonista sui tavoli di Bretton Woods, l’americano Harry Dexter White.
Il mix delle due proposte in fase di scelta, diede vita a quella che tutti noi conosciamo come l’era del gold exchange standard. Un sistema monetario internazionale basato su rapporti di cambio fisso tra le valute, tutte agganciate al dollaro, il quale a sua volta era agganciato all’oro.
E’ lì, nello stato del New Hampshire, dentro le stanze del Mount Washington Hotel, che nel luglio del 1944 è nato il mito del dollaro come moneta di riserva mondiale. Una favola che continuiamo a raccontarcela anche ai giorni nostri, ogni sera prima di addormentarci, nonostante che dal 1971 sia stato messo persino per iscritto che il dollaro e quindi le altre valute, non sono convertibili in niente.
Una favola proprio perché anche dopo Bretton Woods la moneta continuò ad essere scarsa come l’oro solo per i popoli. Mentre per le élite era pienamente fiat ed abbondante.
Cerchiamo di capirci in modo chiaro. Per semplificare ancor di più la questione, una moneta comune, nella migliore delle ipotesi per i popoli, può rappresentare un ulteriore mezzo di pagamento non necessario e nella peggiore, come già detto, l’inferno dei cambi fissi.
Compreso questo e con ancora le profonde ferite sulla nostra pelle derivanti dall’ennesima disastrosa esperienza di un’altra unione monetaria a cambi fissi, ben nota a noi italiani, quale appunto è l’eurozona con la sua moneta Euro – Pepe Escobar ed i suoi adepti, apparentemente non soddisfatti delle sofferenze patite dai popoli, si propongono di abbattere il dominio geopolitico del dollaro nato sulle menzogne raccontate a Bretton Woods, con una nuova moneta anch’essa da gestire e far credere all’occorrenza a cambio fisso.
Una moneta che andrebbe ancora una volta a dividere i paesi tra debitori e creditori. Una divisione che poi, in ambito nazionale, sappiamo bene tradursi nella costante caratteristica che vede la maggioranza sempre più schiava ed indebitata ed una ristretta élite che invece accumula risparmio senza una fine.
Cari amici che mi leggete, diffidate di Pepe Escobar, perché sul tema più importante che affetta le nostre vite, ovvero il denaro, le sue fantastiche analisi geopolitiche sono ancora affette dal dogma del “dindo d’oro” ed una moneta che debba essere necessariamente scarsa per i popoli per soddisfare i desideri di potere ed accumulo dei lor signori.
di Megas Alexandros
Note:
[1] Pepe Escobar:. “La Bretton Woods dei BRICS avrà luogo a Kazan?” – Pravda IT (news-pravda.com)
0 commenti