di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Escono i dati dell’Istat e la propaganda del governo dei “migliori” scelti direttamente da Mario Draghi, si sgonfia di fronte all’evidenza che la pressione fiscale nel paese è salita al 42,6% del Pil nel 2024, il livello più alto dal 2021. I numeri contenuti nel rapporto Pil e indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche, mostrano come l’aumento delle entrate fiscali e contributive (+5,7%) abbia superato la crescita del Pil (+2,9%).
E’ chiaro che questo dato fa malissimo in termini di consenso per un governo come quello attuale che dentro il teatro della politica ha il compito di interpretare il ruolo del sovranista per eccellenza, che da sempre picchia contro le politiche di austerità dei governi precedenti.
L’aumento della pressione fiscale sul consenso delle così dette “destre”, salite a Palazzo Chigi dicendo che l’avrebbero abbassata e dichiarando che l’era delle politiche austere di “sinistra” sarebbe finita, ha l’effetto di una valanga su un paesino di montagna. Non solo, tale allineamento tra destra e sinistra, su una pressione fiscale in costante aumento, smaschera anche quel “sistema” di potere che con il favore delle tenebre guida, da decenni indisturbato, il nostro paese.
Ecco che, di fronte ad un dato contabile inconfutabile, si rende necessaria una immediata azione di propaganda, che puntualmente il nostro primo ministro Giorgia Meloni, è chiamata ad inscenare con l’intento di confondere le idee agli italiani.
Ma ascoltiamola la propaganda di Giorgia Meloni, volta a mascherare l’aumento della pressione fiscale:

Giorgia Meloni ci fornisce la sua spiegazione sul perché la pressione fiscale non sarebbe aumentata come rilevano i dati Istat. (clicca sull’immagine per ascoltare)
Quella nel video, è una Giorgia Meloni in evidente difficoltà che mal istruita, addirittura si improvvisa professoressa di economia di fronte ai parlamentari e agli italiani.
Intanto capiamo cosa si intende per pressione fiscale. La pressione fiscale, come del resto afferma la stessa Meloni nel video, è il rapporto tra l’ammontare del prelievo operato dallo Stato e dagli altri enti pubblici sotto forma di imposte, tasse e tributi, per il finanziamento della spesa pubblica e il reddito nazionale prodotto nell’arco di un certo periodo di tempo.
Secondo i dati Istat, la pressione fiscale, cioè ripeto, il rapporto tra imposte dirette, indirette e contributi sociali rispetto al Pil, è salita al 42,6% nel 2024, rispetto al 41,4% del 2023 e al 41,7% del 2022.
Di fronte ad un dato statistico rilevato dalla contabilità, Giorgia Meloni, tenta l’impresa impossibile di convincere gli italiani, che il loro potere di acquisto a livello macroeconomico non sarebbe diminuito. Addirittura, tanto per fare presa sui soliti “allocchi”, nell’enfasi della propaganda, ci infila dentro anche i percettori del reddito di cittadinanza. I quali, oggi, secondo la premier, lavorando pagherebbero quello tasse che prima non pagavano.
Forse questo in prospettiva, è l’unico concetto giusto che Giorgia ha espresso in tema di economia. Al netto che è tutto da provare che coloro che percepivano il reddito di cittadinanza, oggi lavorino; perché allora non mettere a lavorare tutti gli italiani, oggi disoccupati, con politiche in deficit attraverso piani di lavoro garantito?! il gettito fiscale aumenterebbe.
Quello che però la Meloni confonde, oltre che la mente degli italiani, è la pressione fiscale con le entrate fiscali totali. Le seconde possono aumentare anche diminuendo la pressione fiscale. Ma questo non è il nostro caso. E l’aumento della pressione fiscale è sempre un dato decisamente negativo per un paese, la cui economia, è in perenne stato recessivo come il nostro. Questo perché, come ci conferma anche il rapporto di Istat, l’aumento della pressione fiscale, ovvero quando lo Stato incassa di più a parità di Pil, a pagare il conto sono i contribuenti, che vedono erodere il proprio reddito disponibile e il potere di acquisto.
L’incremento delle tasse e dei contributi è stato determinato da un aumento di Irpef, Ires, Iva e contributi sociali. Questo significa che famiglie e imprese si trovano a pagare di più, mentre il gettito fiscale aiuta lo Stato a ridurre il deficit pubblico.
Ricordo che in termine di contabilità riferita ai saldi settoriali, il surplus dello Stato corrisponde sempre ad un deficit del settore privato. A meno che questo deficit, non sia compensato da denaro proveniente da esportazioni, ossia dal deficit di altri paesi.
Il potere di acquisto si perde anche nel caso, come sostiene la Meloni, di aumento delle entrate fiscali derivanti da un recupero di somme evase. E stante la non-crescita in termini reali del nostro Pil, anche quest’ultime contribuiscono a far aumentare il dato sulla pressione fiscale. Chi ha evaso perché impossibilitato a pagare, ovvero la maggioranza degli italiani, qualora si trovi a sistemare le proprie posizioni con il fisco, attraverso le note rottamazioni, si priva di denaro che avrebbe potuto spendere dentro il sistema economico.
E’ sempre Istat, smentendo in buona parte quanto afferma la Meloni, a ricondurre il motivo principale dell’aumento della pressione fiscale alla la crescita delle entrate fiscali e contributive (+5,7%), oltre al recupero dell’evasione fiscale:
- imposte dirette (come Irpef e Ires) +6,6%;
- imposte indirette (come Iva, Irap e accise) +6,1%;
- contributi sociali +4,3%.
Insomma, non vi è dubbio sul fatto, se lo Stato ha incassato di più, a pagare il conto siano stati i contribuenti, tra i quali gli elettori di Giorgia Meloni e dei partiti che sostengono il suo governo.
Del resto che il conto della continuità in tema di politiche di austerità, che anche questo governo – addirittura più dei precedenti – sta mettendo in atto, lo paghino gli italiani, lo conferma anche l’esaltazione con cui il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti, ha salutato il ritorno dell’Italia all’avanzo primario per la prima volta dal 2019:
“L’avanzo primario certificato oggi dall’Istat – prosegue – è una soddisfazione morale”[1]
Addirittura un “dovere morale”, bastonare finanziariamente famiglie ed imprese italiane, per prendersi il primato che l’ultimo “Fiscal Monitor” del FMI, indica l’Italia come l’unico paese del G7 dopo il Covid a tornare in avanzo primario già nel 2024.
Ma questo è il governo dei sovranisti quello che si ispira al MAGA di Donald Trump e mette gli italiani al primo posto…. non è vero!
di Megas Alexandros
Note:
[1] Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ministero dell’Economia e delle Finanze
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