di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
“MES o NO MES”, parafrasando l’Amleto di Shakespeare, questo è il dilemma per i nostri politici. O meglio, più che di dilemma dovremmo parlare di problema, infatti ogniqualvolta in Europa pronunciano la parola MES, in merito alla sua riforma ed alla conseguente ratifica, tra i politici italiani, eccetto che per i soliti kamikaze dell’euro (Letta, Renzi e Marattin su tutti), comincia lo scaricabarile, per non farsi ritrovare con in mano il “gobbo nero”.
Sì, per i nostri politici eternamente alla ricerca del consenso popolare, la carta del MES, rappresenta in tutto e per tutto il “gobbo nero”, e questo per il semplice motivo che da sempre è stato da loro usato, come la paura da prospettare al popolo ignaro, se non si fosse fatto tutto quello che l’Europa ci chiedeva e ci chiede in fatto di austerità.
Le volte che avete ascoltato questa frase non si contano: “state attenti se non facciamo quello che ci chiede l’Europa, poi ci mettono il MES e facciamo la fine della Grecia” – anche se poi, chiedere di rispettare certe regole ha fatto più comodo ai poteri profondi di casa nostra che a quelli di stanza a Bruxelles.
Quindi, sapendo bene come funziona il cervello della massa, il quale assorbe come una spugna tutto ciò che viene ripetuto loro con insistenza dalla politica, dalla TV e dalla stampa di regime, oggi i nostri politici sono pienamente coscienti che se nomini il MES al primo che incontri per la strada, questi scappa come se avesse visto il lupo mannaro.
E questo per loro, in tema di consenso, è un grosso problema!
Ecco perché in questi giorni stiamo assistendo al patetico “balletto” tra chi è a favore e chi contro alla ratifica delle modifiche del MES.
Per chi ancora non sapesse cosa sia il MES, andiamo a vedere in cosa consiste lo European Stability Mechanism (ESM); e lo facciamo prendendo direttamente la definizione dal sito della Banca d’Italia [1]:
Il Meccanismo europeo di stabilità (MES – European Stability Mechanism, ESM) è stato istituito mediante un trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico della UE, nel 2012. La sua funzione fondamentale è concedere, sotto precise condizioni, assistenza finanziaria ai paesi membri che – pur avendo un debito pubblico sostenibile – trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato.
A chi mastica un po’ la materia, basterebbero già queste poche righe, per derubricare il MES come l’ennesima frode contro l’umanità.
Pensate, la stessa Banca d’Italia – che insieme alla Banca centrale europea ed alle altre banche centrali dei paesi membri, in quanto unici emettitori della moneta euro in regime di monopolio, sono gli unici soggetti che possono crearla a piacimento e non sotto forma debitoria e quindi garantire il debito pubblico – ci dice e ci prospetta, che è stato necessario costituire un organismo privato che potesse prestare soldi agli stati, qualora quest’ultimi trovassero difficoltà a finanziarsi sui mercati.
Ma gli unici soggetti che possono fare in modo che questo accada, sono le banche centrali stesse che compongono l’eurosistema. Mi spiego meglio, se di difficoltà a finanziarsi sui mercati dobbiamo parlare, questo evento è dovuto esclusivamente ad una precisa volontà o all’inerzia delle banche centrali stesse.
Non solo, da veri “son of bitch”, quali sono gli ideatori di certi frodi, a testimonianza del fatto che sanno benissimo cosa stanno facendo e con buonissime probabilità anche per evitare futuri problemi con la giustizia (qualora qualcuno si svegliasse!), nella descrizione aggiungono: “pur avendo un debito pubblico sostenibile” – quindi sono ben consapevoli che ogni debito è sostenibile fintanto che permane la garanzia della Banca Centrale.
Quello che vi sto esponendo, non sono certo le fantasie di Megas o della Modern Monetary Theory (MMT), è la realtà di come funzionano i sistemi monetari moderni e per di più confermata in modo inequivocabile dagli ultimi dodici anni della storia di questa disgraziata unione monetaria. L’azione della BCE che ha comprato e garantito di tutto e di più, mantenendo i tassi sotto zero, fino a finanziare direttamente i deficit governativi durante il Covid, facendo in modo che nessun paese avesse difficoltà a finanziarsi è la dimostrazione pratica che del MES non esiste nessuna necessità.
Quindi, cari Amici, non dilunghiamoci tanto, il MES è semplicemente il bastone con cui intervenire e bastonare i governi che non si allineano a quello che vogliono le élite profonde globaliste che comandano questa Unione monetaria, un ulteriore strumento per far diventare debito la creazione monetaria che viene dal “nulla” ed a costo zero.
E se proprio vogliamo dirla tutta, per il paese Italia, il MES è la prospettazione di una paura per un qualcosa che di fatto stiamo già affrontando. Questo perché, se guardiamo bene, pur non avendolo mai sottoscritto (il MES), i nostri governi che si sono succeduti da Monti in poi, hanno seguito alla lettera tutti i principi e le condizionalità che il MES stesso prevede ed impone, a partire dai cospicui avanzi primari relizzati per mezzo di una austerità spinta fino all’estremo per inseguire i folli parametri del patto di stabilità.
Con questo non voglio dire che non sia giusto lottare contro l’attuale ratifica della riforma del MES, ma dobbiamo aver ben chiaro nelle nostre menti che se anche fortunatamente questa ratifica non dovesse arrivare (ne dubito!), noi nuoteremo sempre in un mare di escrementi.
Vi siete chiesti dove trova i soldi il MES, visto che non è una banca centrale?
Il MES viene finanziato da tutti e 19 gli Stati, ha un capitale sottoscritto pari a 704,8 miliardi con una dotazione di 80,5 miliardi versarti. L’Italia ha sottoscritto il capitale del MES per 125,3 miliardi, versandone oltre 14. Emettendo titoli con la garanzia dei 19, però, il MES può raccogliere sui mercati fino a 700 miliardi.
Insomma il giochino è sempre lo stesso, basta che ci sia il debito. Il MES raccoglie soldi sul mercato a debito e poi li presta agli stati che lo richiedono sempre a debito, diventando un creditore privilegiato e quindi con la possibilità di decidere ed intervenire sulla politica economica degli stati stessi, ovvero sulla vita dei loro popoli.
Lo schema è ormai talmente assimilato nel subconscio di tutti che nessuno riesce più a vedere quanto sia diabolico e quanto invece sarebbe molto più semplice risolvere il tutto attraverso l’intervento di una Banca Centrale dipendente dal governo.
Anche perché, vi siete chiesti che cosa succederà qualora il MES, non riuscisse a piazzare i titoli (TDS) sul mercato? semplice li compra la BCE…. ma guarda un po’!
Ed allora, non sarebbe molto più semplice se i titoli fossero emessi direttamente dallo stato e comprati sempre direttamente dalla BCE, o meglio ancora, se il rapporto deve essere fra BC e Stato, si potrebbe tranquillamente evitare anche di emettere i titoli, procedendo attraverso un semplice giroconto!
Ma in questo modo non ci sarebbe il debito e neanche la costrizione a fare quello che fa comodo a chi su questo debito del paese ha deciso di specularci, finché non avrà saccheggiato completatamente il paese stesso.
In cosa consiste questa riforma del MES, rispetto al MES attuale? senza dilungarmi tanto, vi confesso che i pochi dettagli che fino ad adesso vengono riportati, sono stati sufficienti a farmi capire che per continuare nello sfruttamento e nel saccheggio di nazioni e popoli, sarà concessa un’ora d’aria in più allo schiavo, affinché non muoia e possa continuare a portare il pane a casa ai lor Signori. Del resto, fermo restando che il MES non dovrebbe nemmeno esistere, le cose essenziali da cambiare per non dire togliere, sono i famosi parametri di Maastricht all’interno di una completa revisione del Patto di Stabilità, che invece rimangono identici ed intonsi tra le condizioni essenziali per accedere al MES, esattamente come furono inventati da un economista francese mentre beveva un tè, per fare contento Francois Mitterand.
Che cambierà poco ce lo conferma in prima battuta anche la stessa Bankitalia dal suo sito ufficiale (riportato nelle note sotto): “La proposta di riforma del Trattato istitutivo del MES interviene sulle condizioni necessarie per la concessione di assistenza finanziaria e sui compiti svolti dal MES in tale ambito, introducendo modifiche di portata complessivamente limitata; la riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani, non affida al MES compiti di sorveglianza macroeconomica”.
Certamente, riguardo al merito della riforma, noi non ci fermeremo alle dichiarazioni di facciata ma andremo in fondo anche nei dettagli, non appena saranno disponibili e definiti; a partire dalle condizioni necessarie per l’accesso che parrebbe essere uno dei cambiamenti più essenziali, almeno per quanto riguarda una delle due linee su cui si articola il MES. Sto parlando di quella semplice, da definirsi più “soft” se mai tale termine si possa sposare con questo strumento – la Precautionary Conditioned Credit Line (PCCL), riservata ai paesi che rispettano le prescrizioni del Patto di stabilità e crescita, che non presentano squilibri macroeconomici eccessivi e che non hanno problemi di stabilità finanziaria. Per questa linea, la riforma in addivenire, rende più stringenti i criteri attualmente in vigore per l’accesso. In particolare la riforma stabilisce che di norma la PCCL può essere utilizzata solo dai paesi non soggetti a procedure per disavanzo o per squilibri macroeconomici eccessivi e prevede benchmark quantitativi per le variabili di finanza pubblica. A fronte di requisiti più stringenti, per la concessione della PCCL non sarebbe più richiesta la firma di un Memorandum of Understanding: la linea di credito verrebbe concessa a fronte di una lettera di intenti del paese richiedente.
Per coloro i quali invece non si allineano e non rispettano pienamente i criteri del Patto di stabilità ci sarà l’altra linea, quella del “bastone” più duro, la Enhanced Conditions Credit Line (ECCL) – ovvero verranno richieste loro precise misure correttive a suon di colpi di austerità che andranno a devastare economie già devastate ed accumulare macerie di morti fisiche, sociali e fallimenti.
In conclusione, quello che dovete tenere bene a mente, per le ragioni ampiamente spiegate, di riforma del MES non dovremmo neanche essere qui a parlarne, se le nostre vite fossero pienamente inserite in quello che si definisce uno stato democratico moderno, proprio perché in democrazia uno strumento come il MES non dovrebbe nemmeno esistere.
di Megas Alexandros
Note:
0 commenti